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al testo di Francesco Burgio
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Il dettaglio che nessuno ha visto, inciso sul muro della casa rossa, in apparenza uno schizzo o uno scarabocchio lasciato in eredità dall’uomo senza volto. E dalla finestra con vista sul cortile -le stesse mattonelle, puoi contarle ogni giorno, il risultato sarò identico- lo sguardo è al lordo delle illusioni. Che emozioni si possono sommare in vite uguali al labirinto senza uscite? Aprite almeno i tetti per collegare il respiro al cielo, note di stelle, appunti di comete, per chi è solo un punto dell’infinito o una scaglia di meteorite di passaggio su questo pianeta. Anche alzare gli occhi verso la luna nera passeggiando a bordo di una nave in mare aperto- il fiordo intorno e la clessidra di sabbia a segnare il tempo d’Aprile- per cantare il verso imperfetto di ogni atomo di libertà. E’ in quel particolare il senso, il guizzo, il fascio di luce: un cuore trafitto in chiaroscuro.
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